Si è soliti dire che : dopo Natale è sempre Carnevale… 🙂
Con i tempi che corrono, forse la cosa si ridimensiona un pò ma il fascino delle maschere resta.
E quel fascino ci attira come sempre nel loro mondo ingenuo ed allegro…
Iniziamo con : Arlecchino e Colombina
ARLECCHINO
La maschera di ARLECCHINO è di tradizione italiana, proviene dalla Lombardia.
E’ tra le maschere più famose.
Abita a Bergamo, è molto conosciuto per il suo vestito di “cento” colori.
Il suo vestito è così colorato perché, essendo povero, i suoi amici, in occasione del Carnevale, gli regalano dei pezzi di stoffa avanzati dai loro costumi, in modo che possa averne uno anche lui.
Ha una maschera nera e una spatola di legno. E’ stravagante e scapestrato, ma pieno di astuzia e di coraggio. Soffre di una brutta malattia: la pigrizia.
IL VESTITO DI ARLECCHINO
Per fare un vestito ad arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchi,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano.
Colombina che lo cucì
fece un vestito stretto così.
Arlecchino lo mise lo stesso
ma ci stava un tantino perplesso.
Disse allora Balanzone,
bolognese dottorone:
‘Ti assicuro e te lo giuro
che ti andrà bene li mese venturo
se osserverai la mia ricetta:
un giorno digiuno e l’altro bolletta.
COLOMBINA
L’unica maschera femminile ad imporsi in mezzo a tanti personaggi maschili è Colombina, briosa e furba servetta.
E’ vivace, graziosa, bugiarda e parla veneziano.
E’ molto affezionata alla sua signora, altrettanto giovane e graziosa, Rosaura, e pur di renderla felice è disposta a combinare imbrogli su imbrogli.
Con i padroni vecchi e brontoloni va poco d’accordo e schiaffeggia senza misericordia chi osa importunarla mancandole di rispetto.
E’ una maschera del Veneto, per la precisione di Venezia. Indossa una cuffia e un vestito a fiori bianchi e blu che spiccano sulla gonna blu e sulle calze rosse.
Sulla fibbia delle scarpe c’è un fiocchetto azzurro.
E’ allegra e sapiente, civetta e furba, maliziosa e pungente, spensierata, chiacchierina.
Prende in giro le persone che le stanno vicino ed è portata a farsi beffe di loro.
LA MASCHERA
Vent’anni fa m’ammascherai pur’io!
E ancora tengo er grugno de cartone
Che servì p’annisconne quello mio.
Sta da vent’anni sopra un credenzone
Quella Maschera buffa, ch’è restata
sempre cò la medesima espressione,
sempre cò la medesima risata.
Una volta je chiesi: -E come fai
a conservà lo stesso bon umore
puro ne li momenti der dolore,
puro quanno me trovo tra li guai?
Felice te, che nun te cambi mai!
Felice te che vivi senza core!-
La Maschera rispose:
– E tu che piagni che ce guadagni?
Gnente!
Ce guadagni che la gente dirà: povero diavolo,
te compatisco… me dispiace assai…
Ma, in fonno, credi, nun j’importa un cavolo!
Fa invece come me, ch’ho sempre riso:
e se te pjia la malinconia
comprete er viso cò la faccia mia
così la gente nun se scoccerà…
D’allora in poi nasconno li dolori
de dietro a un’allegria de cartapista
e passo per un celebre egoista
che se ne frega dell’umanità!
Da :http://www.primocircolopotenza.it
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gennaio 22, 2010 at 2:14 PM
sdsd bello
!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!poesie stupende
gennaio 22, 2010 at 9:24 PM
Benvenuta 🙂
febbraio 13, 2012 at 9:09 PM
ma queste maschare sono stupende a me piacono tanto perche’ le facciamo anche a scuola
febbraio 16, 2012 at 8:42 am
Grazie Erika e ben venuta e buon Carnevale 🙂